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Che cos’è l’oncoestetica

L’oncoestetica è una nuova branca della medicina, una forma di “estetica oncologica” il cui fine è migliorare il benessere psicofisico dei pazienti grazie ad un insieme di attività che li accompagna nel percorso di guarigione. Così ne parla il prof. Andrea Garelli, presidente dell’associazione filantropica Rotary Club Roma Antropos.
Un progetto che nasce dalla necessità di migliorare l’atteggiamento nei confronti della cura psicofisica dei pazienti oncologici. «Il concetto su cui pongo costantemente l’accento è che il paziente deve vivere, non sopravvivere!».
La chemioterapia è fondamentale, la ricerca medica ha portato a terapie che allungano notevolmente le aspettative di vita del paziente ma resta un trattamento molto impegnativo e debilitante.
Per questo c’è bisogno di una terapia collaterale che si occupi della VITA del paziente. Riconoscersi allo specchio, curare la propria immagine, fare trattamenti per la cura del corpo, coltivare interessi e svaghi sono tutti elementi fondamentali per mantenere integra la propria vita sociale e guadagnare ogni giorno uno stato di benessere.

Esperienze di VITA

Tania

Paziente oncologica

«Per me è stato fondamentale avere il supporto di oncoestetica. È difficile accettare la propria immagine che cambia. Non tanto per la parrucca, perché appena ho saputo che avrei perso i capelli me ne sono fatta una ragione. Io avevo la fissazione delle sopracciglia, perdere quelle avrebbe cambiato i connotati del mio viso, tant’è che le ho tatuate! Ho fatto il corso di trucco che mi ha dato un supporto senza pari. Per me l’aspetto estetico è predominante, io mi guardo allo specchio e non mi vedo “malata”. Io sono io, non sono una persona malata, sono sempre io e devo coltivare me stessa».

Daniela

Paziente oncologica

«Il tumore passa in secondo piano. Io pensavo a come affrontare la vita di tutti i giorni con un volto diverso, un aspetto che non sarebbe stato il mio. Il tumore ce l’hai, lo curi, ed è importante essere positivi per guarire. Con il trucco puoi essere di nuovo te stessa e non quell’alieno che ti guarda nello specchio».

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Tumore e sopravvivenza.
Perché è importante vivere bene

Cercando in rete la definizione di “benessere”, il primo risultato cita: “Stato armonico di salute, forze fisiche e spirituali”. Troppo spesso l’annuncio del cancro da parte del medico non è proposto nel modo giusto, si tende infatti a rivolgersi al paziente come se il tumore fosse l’unico aspetto della propria vita a cui dover badare. Allora molti lasciano il lavoro, altri si rinchiudono in uno stato di depressione, altri ancora si allontanano dagli affetti. Quello che manca nel sistema sanitario e che il progetto Oncoestetica si impegna a diffondere è l’attenzione verso la qualità della vita del paziente. Prepararlo alle conseguenze della chemioterapia e al corpo che cambia significa non solo avvertire ma proporre anche una soluzione.
Tra gli effetti collaterali della chemioterapia c’è sì l’alopecia, ma anche pallore, aumento del peso e della ritenzione idrica, in alcuni casi rush cutanei deturpanti. La medicina estetica, il make-up, il supporto psicologico, la medicina alternativa e molto altro sono discipline che insieme possono prendere per mano il paziente ed accompagnarlo nel percorso di guarigione dal cancro con consapevolezza e amore di sé.
«È dimostrato che l’efficacia di una terapia aumenta in presenza di uno stato psicofisico positivo. La percezione della propria dignità di essere umano va coltivata in ogni istante» Dr.ssa Maria Rita Noviello, oncologa.


Sorridere alla bellezza per guarire dal cancro

«Essere valorizzate come donne in un momento in cui non ci si sente belle aiuta moralmente» Angela, paziente oncologica, è una delle voci, anzi, dei sorrisi dell’Oncoestetica. Lavora nel mondo dello spettacolo, è un’attrice, della sua esperienza racconta di aver potuto continuare la tournée teatrale sebbene le avessero anticipato che avrebbe perso i capelli. Lei come molte altre donne ha avuto una parrucca sin dall’inizio della terapia.
La chemioterapia senza caduta capelli purtroppo non è possibile ma «tagliare i capelli prima che cadano da soli è importante per evitare il trauma», ha affermato la dr.ssa Maria Rita Noviello. Così come è importante imparare a truccare il proprio volto quando non si avranno più le ciglia e le sopracciglia, o quando il proprio viso dovesse apparire più gonfio o pallido, scegliere con consapevolezza se indossare un turbante, una parrucca fatta con i propri capelli o acquistarne una già fatta.
Per questo Oncoestetica è sostenuta da professionisti della bellezza tra cui tricologi (per tatuare i capelli agli uomini), creatori di parrucche, esperti di make-up, medici estetici. Insieme guidano il paziente oncologico verso la guarigione.

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La soluzione agli effetti collaterali della chemioterapia

Accogliere il paziente in un ambiente di ascolto e supporto significa coltivare il benessere, sostenere l’umore, accendere ogni giorno la forza di continuare a vivere la propria vita come sempre. Il tumore è un evento nell’arco di un’intera vita che va vissuta ogni giorno, non può e non deve diventare un’esperienza totalizzante.
Per un paziente oncologico quanto è importante trovare il supporto che hai avuto tu e in che modo può fare la differenza?
«Fondamentale. I corsi che ho seguito mi hanno insegnato a prendermi cura di me. Forse un motivo per cui ci si ammala sta nel mettersi troppo in secondo piano, dando la precedenza ad altro o altri, atteggiamento comune a molte pazienti oncologiche. Come vivere bene la malattia? Truccandosi al mattino perché rendendosi belle non si ha la percezione di essere malate.
È importante non rinunciare alla bellezza, quando si intraprende il trattamento chemioterapico il viso cambia completamente e dandogli colore ci si sente meglio. Soprattutto è importante avere degli obiettivi. Io indosso una parrucca con capelli donati, i miei sono conservati presso la Tricostarc, serviranno per una ricostruzione quando cominceranno a ricrescere i miei. In un momento brutto come quello in cui ho dovuto rasare la testa, è stato bello programmare già cosa fare quando sarei guarita».

- Angela Pariota

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